Carpe diem & never give up!

Testo di: Deborah Scanzio

A inizio febbraio, dopo una gara andata male, mentre le mie colleghe svolgevano la finale in notturna a Deer Valley, io scrivevo la mia rubrica “A Scanzio di equivoci”. Con parecchia frustrazione per l’andamento delle ultime due gare, parlavo di attese, di delusioni, di campioni e di comparse. A volte però succedono coincidenze strane, tra la consegna di un testo e la pubblicazione passa del tempo, il caso ha voluto che l’uscita di quell’articolo fosse pochi giorni dopo la mia prima vittoria in Coppa del Mondo. Dalla serie: ”quando meno te lo aspetti…arriva!”

Domenica 28 febbraio 2016 resterà per me un giorno indimenticabile, dopo tanti anni, tanto lavoro, alcune soddisfazioni e diverse delusioni, dopo 106 gare di Coppa del Mondo sono finalmente salita sul gradino più alto del podio. È stata una liberazione e una gioia immensa.

E pensare che, dopo la tournée nord americana, in Giappone nemmeno ci volevo andare. Ero arrabbiata e un po’ rassegnata ed ero stufa di stare male per i risultati che non arrivavano. Fortunatamente, dopo un paio di giorni a casa, ho ricaricato le batterie e ritrovato la giusta motivazione e forza mentale, grazie anche al lavoro con il mio preparatore mentale Roby Joos. Devi sentirti bene per rendere al massimo e l’ambiente è fondamentale per avere successo. Non è dunque un caso che la vittoria sia arrivata quando con me c’era la mia amica d’infanzia, Camilla, di formazione osteopata. Oltre a curare i nostri acciacchi, l’obiettivo di Camilla era farmi ridere almeno 10 minuti al giorno, e così, tra una battuta e l’altra, una giornata divertentissima, in cui volevamo visitare Akita, ma siamo finite da tutt’altra parte, un pensiero positivo e una parola di conforto, “Cami” è riuscita a farmi affrontare le gare asiatiche con il sorriso e la giusta serenità mentale.

Per avere successo ci vuole anche un pizzico di fortuna, si dice però che la stessa va cercata, io so di averne avuta in quella storica giornata, ma in passato sono stata spesso sfortunata, direi che ora siamo pari. È stata una giornata surreale, iniziata con il forte dolore al ginocchio sinistro, i dubbi se avrei potuto sciare oppure no e il bendaggio fatto poco prima dell’inizio dell’allenamento. I segnali non sembravano presagire una giornata di successo, tanto più che le poche run prima della gara non erano andate come volevo. Al primo turno ho sbagliato a metà pista, sono uscita e rientrata poco prima del secondo salto, ma nel momento in cui sono atterrata, ho visto cadere la mia avversaria alla mia destra. All’arrivo ero arrabbiata e a disagio, mi sembrava di non meritarmi il passaggio del turno, ma il dual è anche questo, una lotta dall’inizio alla fine e non sai mai cosa può succedere. In quel momento ho pensato: “Debby, sei stata fortunata, ora però…carpe diem”! Quando ai quarti ho battuto Perrin Laffont, vincitrice il giorno prima, ho capito davvero che era la mia giornata e dovevo lottare con tutta la determinazione e forza possibile per tornare finalmente sul podio. Nella run successiva ho battuto anche la favorita Chloé Dufour Lapointe, allora in finale mi sono detta: “Vai Debby, non accontentarti, cerca la vittoria, questa è la tua occasione”! E così è stato. La ricompensa per la mia tenacia, la mia costanza, il mio “never give up” e la conferma che, alla fine, il lavoro premia sempre!