Verso le Olimpiadi fra cerotti, sogni e ambizioni (CdT)

Scanzio, Gasparini, Tadé e Papa si presentano e lanciano la stagione

GIONA CARCANO
SAVOSA C’è chi sogna le Olimpiadi, chi un risultato inaspettato, chi invece spera che gli infortuni siano alle spalle. La squadra svizzera di sci freestyle (single e duals moguls o gobbe), tutta a tinte ticinese, si è ritrovata ieri mattina alla OF Services di Savosa per lanciare la stagione. Una stagione che – si spera – porterà almeno due atleti in Corea del Sud per i giochi di Pyeongchang. La sciatrice più navigata è Deborah Scanzio, «la nonna del gruppo» come l’ha definita simpaticamente Andrea Rinaldi, l’allenatore capo. La leventinese potrebbe prendere parte alla sua quarta Olimpiade dopo Torino, Salt Lake City e Sochi. «La lunga preparazione estiva è andata benissimo – racconta Deborah –. Non ho avuto acciacchi e dunque ho potuto allenarmi con regolarità. Sì, mi sento decisamente bene». Presto la ticinese partirà per Ruka, in Finlandia, dove è in programma la prima gara di Coppa del mondo. L’obiettivo, alla sua portata, è entrare almeno una volta nelle prime sedici da qui a febbraio, in modo da ottenere la qualificazione alle Olimpiadi da parte di Swiss-Ski. «I Giochi sono qualcosa di stupendo» prosegue. «Stavolta mi piacerebbe migliorare il nono posto ottenuto a Torino nel 2006». Per farlo, Scanzio ha studiato una strategia precisa: i cosiddetti «grab», una figura che si ottiene afferrando gli sci con le mani durante il salto. «Abbiamo notato che i giudici di gara premiano con voti alti queste evoluzioni, dunque anche se non sono più giovanissima ho cercato di adattarmi – spiega Deborah –. Ne ho studiati due lavorandoci sopra parecchio prima a secco e poi in pista».

Un’altra speranza svizzera è Nicole Gasparini. La giovane sciatrice dei quadri A della nazionale – già vincitrice della generale di Coppa Europa – è reduce da un bruttissimo infortunio (rottura dei legamenti crociati del ginocchio) rimediato un anno fa e che le ha fatto saltare tutta lo scorsa stagione. «Da aprile e per i successivi tre mesi ho svolto un’intensa preparazione presso il Centro sportivo di Macolin, dove sono stata seguita passo dopo passo da Simone Storni, l’allenatore, e dai fisioterapisti. Ho avuto la fortuna di poter assaporare l’ambiente del professionismo in uno sport di nicchia come il freestyle. La preparazione è andata bene: so che questa è una stagione importante perché voglio andare alle Olimpiadi. È il mio sogno fin da piccola, quando ho visto questo sport in televisione ai Giochi di Torino. So che non sarà semplice perché rientro da un infortunio e per la prima volta disputerò l’intero circuito di Coppa del mondo. Da qui alla Corea avrò sette gare a disposizione per centrare due risultati fra le prime 16 e qualificarmi».
Nicole ha superato l’infortunio mentre Marco Tadé, uno dei migliori talenti a livello mondiale, c’è appena cascato. Il fuoriclasse ticinese, dopo aver raccolto ottimi risultati lo scorso anno, ha rimediato la rottura del crociato del ginocchio in Australia. «Ho già ottenuto la qualificazione per le Olimpiadi e dunque la pressione non è così grande – spiega –. Però devo dimostrare di essere fisicamente al top. Quindi sarà importante strappare qualche bel risultato. Sulle gobbe mi sento bene, settimana prossima proverò i salti».
Chiusura con Giacomo Papa, altra speranza ticinese. «Ho crepato una vertebra a Zermatt, per il resto tutto bene – dice con una risata l’elvetico –. Sto svolgendo la riabilitazione e presto sarò di nuovo in pista. Gli obiettivi? Confermare la scorsa stagione in Coppa Europa provando a salire spesso sul podio e dare il massimo nelle prove di Coppa del mondo a cui prenderò parte».