La tempesta prima della calma!

Sono passati un paio di giorni dalla gara di Mont Tremblant che mi ha permesso di staccare il biglietto per le Olimpiadi di Pyeongchang. Dopo settimane in cui ho preferito non scrivere nulla sul sito e sui social, ora che sto meglio, ho voglia di scrivere dei momenti appena trascorsi…

Si dice che “la fortuna sia cieca, ma la sfortuna ci veda benissimo”, non si può attaccarsi solo alla sorte, ma la serie di eventi che si sono susseguiti prima della partenza per il Nord America ha dell’incredibile, ogni giorno c’era una brutta notizia…

Ero molto contenta di partire per la tournée con i miei compagni di squadra e con praticamente tutto lo staff. Per la prima volta in tanti anni, sarebbe dovuto venire anche il mio preparatore mentale, Roby Joos. Con il passare dei giorni però, il team si è ridotto sempre di più e da nove siamo partiti soltanto in cinque. Niki e Marco sono dovuti restare a casa per dei problemi fisici e a quel punto Juan (il preparatore acrobatico) non è venuto poiché con me e Sacha Theocharis (il francese che si allena con noi) c’erano i due allenatori tecnici. Infine, a poche ore dalla partenza, con grande rammarico, anche Roby ha dovuto alzare bandiera bianca. Non era la prima volta che affrontavo una tournée di gare in compagnia di poche persone, ma questa volta mi è davvero dispiaciuto, ci tenevo a passare dei bei momenti con il resto della squadra sapendo che probabilmente l’anno prossimo non sarò più con loro.

Purtroppo non ho mai amato gli imprevisti e non ho ancora imparato a reagire in fretta ai cambiamenti di programma…non ero “pronta” a partire da “sola” e soprattutto, non mi aspettavo di entrare in un vortice così negativo. Mi ricordo le parole che ho detto al mio coach a pochi giorni dal debutto a Ruka: “sono contenta che finalmente si fa sul serio”. Avevo davvero voglia di gareggiare, di confrontarmi con le altre atlete e soprattutto di raccogliere i frutti del buon lavoro fatto durante i mesi di preparazione. Purtroppo però, lo sport non è matematica, non sempre 1+1 = 2!

Così, a Ruka, dove mi sentivo davvero bene, ho sprecato l’occasione di mettere subito in tasca la qualifica olimpica andando fuori a metà percorso. In Cina ho perso energie a cercare di passare al meglio l’atterraggio del primo salto (punto in cui avevo sbagliato a Ruka) e ho finito per farlo comunque male sciando anche in modo troppo contratta. Rientrata a casa per le feste di Natale, sono riuscita a fare tre giorni d’allenamento a Prato Leventina, non avevo una pista completa, ma ho potuto fare diversi salti e allenare un po’ anche le riprese, mi ero sentita bene e dunque ero fiduciosa per la partenza per il Canada.

Sono arrivata a Calgary il primo dell’anno accompagnata da alcuni sintomi di influenza che mi sono trascinata fino alle gare di Deer Valley. Fortunatamente non ho mai avuto l’impressione di sentirmi fiacca mentre sciavo. Il primo giorno di sci era andato bene, a fine allenamento, parlando con alcune atlete, le avevo sentite poco soddisfatte della loro prestazione e in difficoltà dove io mi trovavo bene (ripresa primo salto). Il secondo giorno prevedeva l’allenamento classico (un po’ accorciato) e poi subito le qualifiche donne; essendoci oltre cento atleti in lista (50 ragazze e 60 ragazzi) la luce di Calgary non permetteva di fare tutto nello stesso giorno.

Purtroppo il giorno della gara non ho avuto lo stesso feeling del giorno prima e in qualifica ho fatto un errore dopo il primo salto, poi ho sciato bene, ma oramai la “frittata era fatta”. Non so come mai sia andata così, mi sentivo bene, serena, determinata e, nonostante Roby non fosse presente fisicamente, ci sentivamo costantemente, facendo delle sedute via telefono, anche prima della gara.

Da quel giorno ho un po’ “perso la testa”. I dubbi hanno preso il sopravvento sulle certezze e a Deer Valley cercavo una perfezione che su una pista così difficile non è possibile trovare. Nonostante il grande impegno, le varie analisi per trovare soluzioni tecniche e la voglia di non mollare, in una gara ho passato bene il “solito atterraggio del primo salto”, ma ho fatto degli errori nello sci, il giorno dopo mi son concentrata sulla tecnica e nelle discese pre-gara passavo bene “mio punto critico”, ma in gara ho sbagliato. Poi ho proseguito sciando bene, ma ancora una volta, non serviva a nulla…

Non me lo sarei mai immaginata un paio di mesi fa, ma alla fine, mi giocavo la qualifica per le Olimpiadi all’ultima possibilità, in un posto che non vedevo da 13 anni e su una pista che non conoscevo. Prima però, avevo un buco di 6 giorni da occupare, non sentivo la necessità di riposare e non volevo restare in camera a pensare troppo così, ho chiesto agli allenatori di trovare una soluzione vicino a Montrèal per poter sciare 3 giorni. Alla fine siamo andati a Val St. Côme sul tracciato dove gareggiavamo gli scorsi anni, dal nostro punto base in città ci volevano quattro ore di viaggio al giorno, è stato stancante, ma sono contenta di averlo fatto. Ho potuto lavorare tranquillamente sulla tecnica e soprattutto ho ritrovato un po’ di serenità.

Il primo giorno a Tremblant è stato un disastro, finalmente sciavo meglio, ero veloce, ma non mi trovavo sui salti. Sistemata una cosa, non funziona più un’altra…incredibile! Il secondo giorno è andata un po’ meglio e finalmente, sabato, già nelle discese di riscaldamento mi son sentita davvero bene, sicura, decisa e concreta. In qualifica ho tirato fuori tutta la rabbia accumulata in queste settimane e finalmente ho fatto una discesa con tutti i pezzi del puzzle al loro posto (sci, salti e velocità). Mi sono qualificata al 10° posto. Che sollievo! Che liberazione! In finale probabilmente ero un po’ scarica e non sono riuscita ad eseguire i salti al meglio, finendo 12esima.

E voilà…non è andata come mi aspettavo, ci è voluto più del previsto, ho avuto paura di non farcela…ma alla fine…1+1 ha fatto 2! Il lavoro e la determinazione hanno preso il sopravvento su paure e dubbi. Non andrò in Corea come favorita, ma dopo tanto stress, spero finalmente di sciare più liberamente e di esprimere tutto il mio potenziale nel momento più importante della stagione!

Sabato andremo a Tignes (Francia) per 3 giorni di allenamento mentre la partenza per i Giochi è prevista per giovedì 1 febbraio.