Questione di feeling

Testo di: Deborah Scanzio

La ricetta per avere successo è un mix di diversi ingredienti, la base è composta dallo sportivo che scende in campo, dalle sue capacità fisiche e mentali, ma l’atleta da solo non basta per raggiungere l’apice, servono anche gli altri elementi: famiglia, squadra, federazione, sponsor, e… allenatori.

Nei vari articoli scritti in questa rubrica, ho parlato spesso dei miei allenatori “storici”, quelli che mi seguono da sempre nella preparazione fisica, mentale e nella pianificazione. Loro tre, Gilles, Roby e Andrea, sono i miei punti di riferimento, quelli che mi conoscono meglio e che con me hanno vissuto i successi e le delusioni da quando gareggio in Coppa del Mondo.

Un’altra figura importante è il ticinese Juan Domeniconi, a soli 24 anni, si occupa della nostra preparazione acrobatica da 6 anni. Juan ha un passato da ginnasta e con le sue conoscenze e capacità sta facendo un ottimo lavoro con i miei compagni di squadra e con i bambini della FSSI. Con me è più difficile vedere il suo tocco, poiché ho iniziato a lavorare a un’età in cui cambiare certi automatismi e combattere le paure è molto più difficile. Ci limitiamo a perfezionare ciò che già so fare.

Poi ci sono i tecnici che mi hanno seguito sulla neve e accompagnato al cancelletto di partenza alle gare. Dal 2002, quando sono andata a gareggiare per l’Italia a oggi, sono tantissimi gli allenatori con cui ho lavorato, se mi limito ai coach principali, ne ho cambiati 5: Andrea Rinaldi, Michele Leoni, Jussi-Pekka Kinnunen, Etienne Lecours e Fred Weiss. I primi due sono ticinesi e con Mike è stata l’ultima volta che l’italiano è stata la lingua principale parlata con il mio allenatore, poi c’è stata la parentesi con il finlandese Jussi, preso come allenatore privato quando ero in Italia. Gli ultimi due fanno parte della collaborazione che c’era tra Italia e Svizzera, il canadese Lecours ha lavorato 2 anni per Swiss Ski, inseguito è arrivato Fred, dalla Francia e attualmente ancora con noi.

Con ognuno di loro ho vissuto tante emozioni, condiviso eventi importanti e grazie ai loro input ho raggiunto considerevoli traguardi. Allo stesso tempo, con ciascuno ho avuto dei battibecchi e discussioni. Un po’ per colpa del mio carattere, sempre molto esigente con me stessa e con chi sta al mio fianco…ma soprattutto perché quando passi tanti giorni assieme, via da casa e con lo stress da gara…è normale che non sia sempre tutto rosa e fiori…

Ho sempre pensato che per essere un buon coach devi saper leggere le persone, essere in grado di guidare al meglio la macchina che conduci…Bastone o carota? Devi capire in che modo parlare ai tuoi atleti, quando essere duro e quando invece, essere più comprensivo e comunicativo. Allo stesso tempo, penso sia molto importante che un coach abbia una certa esperienza come atleta, non è detto che un campione sia anche un buon allenatore, ma in certe situazioni è essenziale poter trasmettere dei consigli pratici e non solo teorici.

Detto ciò, ho pensato che fosse il momento di cambiare guida…tornare a lavorare con qualcuno che parla italiano e con cui posso essere più spontanea e diretta, qualcuno che mi conosce bene e che ha gareggiato in Coppa del Mondo. Giacomo Matiz sarà il mio allenatore principale sulla neve. Fred Weiss resta il capo allenatore e seguirà maggiormente i ragazzi della squadra. Con Jack siamo stati compagni di squadra in Italia per 12 anni ed eravamo assieme alle Olimpiadi di Sochi 2014. Quando era atleta, allenava anche dei bambini, dallo scorso anno fa parte dello staff di Swiss Ski dove ha contribuito alla vittoria di Nicole Gasparini in Coppa Europa. Abbiamo sempre avuto un ottimo feeling, sono sicura che la sua esperienza di atleta internazionale di alto livello potrà aiutarmi a crescere e a superare eventuali momenti difficili.