Un finale da favola!

Testo di: Deborah Scanzio

Quattro anni fa, in questa rubrica e in questo periodo, scrissi un articolo che si intitolava “Quando è il momento di dire basta?”. Era terminato un ciclo Olimpico e stava finendo anche la mia avventura in Italia, sognavo il ritorno in Svizzera, ma c’erano diversi punti interrogativi da risolvere. Parlavo di motivazione e obiettivi, della fortuna di poter scegliere quando smettere e dell’importanza di avere un piano per il futuro. Oggi, rileggendo quel testo, sono contenta di aver deciso di ritirarmi dalle competizioni dopo aver valutato gli stessi punti che elencavo in quell’articolo.

Sono rimasta sorpresa della reazione della gente, pensavo che la mia scelta fosse “scontata” e “prevedibile”, eppure in molti erano dispiaciuti del mio ritiro. È stato un anno intenso e pieno di emozioni e purtroppo anche delusioni ma, nonostante non sia riuscita ad ottenere i risultati che mi attendevo e che potevo raggiungere, in passato non mi ero mai sentita tanto apprezzata e stimata dalle persone.

Durante l’avvicinamento alle gare, sapevo che probabilmente sarebbe stato il mio ultimo anno, ma volevo prendere la decisione definitiva a fine stagione, evitando di passare il tempo a dire: “È l’ultima volta che vengo qui!”. Volevo vivere serenamente ogni attimo senza il sentimento di malinconia che accompagna la fine di un ciclo importante della vita.

Ci sono cose che non possiamo controllare e altre che nonostante il nostro impegno e la consapevolezza di aver fatto il massimo, non vanno come avremmo voluto e dunque, non saprò mai se l’anno prossimo avrei potuto rifarmi dei risultati deludenti ottenuti quest’anno oppure, avrei vissuto un’altra difficile stagione. Di sicuro so che, sono in pochi a poter dire basta nella stazione di sci in cui sono cresciuti, davanti ad amici, parenti e tifosi. Non c’era momento migliore per terminare la mia lunga carriera.

Da anni sognavo di gareggiare ancora una volta in casa, in tanti anni di Coppa del Mondo l’avevo potuto fare una sola volta, era il 2004, il mio primo anno completo sul circuito maggiore.

Con la futura realizzazione del “Centro Nazionale di Allenamento di Freestyle (moguls e aerials)” ad Airolo-Pesciüm sapevo che un giorno sarebbe tornata la Coppa del Mondo, ma ero consapevole che io non ci sarei più stata come atleta. Fortunatamente, si è deciso di riproporre l’evento prima che fosse pronto il Centro, permettendomi di vivere questo momento tanto atteso. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno reso tutto ciò possibile!

Dopo due giorni di allenamento baciati dal sole, un’organizzazione eccezionale, una pista semplice ma apprezzata da tutti gli atleti ed una bellissima cerimonia di apertura, sabato 10 marzo la nebbia ha purtroppo rovinato i piani di tutti quelli che avevano lavorato a questo evento, delle persone salite a Pesciüm a vedere l’evento, di chi era ancora in corsa per la classifica finale e, in parte, la mia giornata di festa. Alle 16.30, dopo ore ed ore di attesa, rinvii e cambi di programma, la gara è stata annullata. “Game Over”. In quel momento ho realizzato che la mia carriera sportiva era finita e non sono riuscita a trattenere qualche lacrima.

In molti erano dispiaciuti per me, per non essere riuscita a fare l’ultima gara, ma alla fine ho potuto comunque fare la discesa d’addio e chiudere in festa. Una volta deciso di annullare l’evento, tutte le atlete sono scese in fondo alla pista e io sono rimasta in cima con “Jack” Matiz (il mio grande amico e allenatore) e mio fratello. Mi hanno fatta partire come se fosse una discesa da gara ed una volta arrivata in fondo, ho trovato tutte le atlete in fila ad applaudirmi e salutarmi per l’ultima volta. È stata un’emozione indescrivibile, non mi sarei mai aspettata un gesto simile dalle ragazze ed un saluto così caloroso. Oltre a loro, c’erano anche la mia famiglia ed i miei amici più cari.

Dopo aver passato la stagione a sentirmi a disagio per i risultati che non arrivavano, ho avuto un finale da favola. Spesso lo sport sembra ingiusto, lavori duramente e non sempre ricevi il giusto premio, per fortuna però, quando tiri le somme finali, i conti tornato quasi sempre. Non ho vinto come una fuoriclasse ma sono stata apprezzata per la persona che sono. Con il mio carattere, il mio impegno e la mia determinazione sono riuscita a lasciare un segno positivo. Alla fine ho realizzato il valore di quanto fatto in tutti questi anni e, finalmente, sono fiera di me stessa.