Tra passato e presente…ricordi e scelte difficili!

Testo di: Deborah Scanzio

Mi ricordo ancora quando ho cominciato a fare freestyle, avevo circa 10 anni e andavo a sciare con lo Sci Club Airolo assieme a mio fratello e altri amici. Eravamo nel gruppo “tutti i frutti” e già il nome dava l’idea di che bambini fossimo. Lo sci alpino non ci piaceva, ci sembrava troppo serio, noi volevamo solo sentirci liberi, divertirci e fare i salti. Un giorno ricevemmo dallo Sci Club delle proposte per delle giornate alternative, tra le attività c’era anche il freestyle. Fu amore a prima vista, era il nostro sport e così decidemmo di continuare e creare il Freestyle Team Airolo. Andavamo spesso a Cioss Prato, in Val Bedretto, dove potevamo costruire il nostro salto e la nostra “pista di gobbe”: dei buchi qua e là tra i quali sciavamo, o meglio…io scendevo muovendo le anche a destra e sinistra. Ho ancora dei filmati che spesso mostro quando vado a parlare alle scuole, mi piace trasmettere il messaggio che non solo chi ha talento può andare lontano. Sì, perché in quei video nessuno avrebbe immaginato che da lì a una quindicina d’anni avrei partecipato a tre Olimpiadi. Eravamo buffi, ma quanto ci siamo divertiti. Andare a sciare mi faceva stare bene, non pensavo a nulla. In poco tempo le cose si sono fatte più serie, dopo qualche anno di Coppe Ticino e Coppe Svizzere, nel 2000 sono entrata in nazionale svizzera, avevo poco più di tredici anni. Tutto diventò più serio, le gare non erano più regionali ma internazionali, così gli obiettivi crescevano…il sogno di esordire in Coppa del Mondo e chissà…forse partecipare anche alle Olimpiadi. Andò tutto talmente veloce, che non mi ricordo quando ho smesso di essere spensierata e godermi ogni momento sulla neve e ho iniziato a pensare solo a migliorare e diventare più forte. Nella primavera del 2002 parlai delle Olimpiadi di Torino 2006 con l’allenatore di Coppa del Mondo di allora, ma poco dopo lui lasciò la nazionale elvetica per allenare il suo Paese, la Francia. Ci rimasi molto male e mi sentii un po’ persa…e ora? Il piano a lungo termine che immaginavo non c’era più, anzi, l’impressione era che in quel periodo a Swiss Ski non interessasse investire nelle gobbe. A quel punto spuntò l’opzione Italia. Il dilemma era: restare in patria, pagarmi tutte le spese e non avere un piano serio oppure; cambiare bandiera, andare in un’ottima struttura tecnica, allenata da un ticinese e in una squadra di coetanei che parlavano la mia stessa lingua? Dalla serie…smettere o cambiare? La scelta sembrava logica, ma non fu facile decidere, avevo solo 15 anni e mezzo e fino ad allora mi ero sempre considerata solo Svizzera, seppur i miei nonni sono tutti Italiani. I primi anni da azzurra furono perfetti, l’ambiente era bello, i giornali e la gente in Ticino capirono la mia situazione e mi sostennero comunque. E soprattutto, raggiunsi il mio sogno: le Olimpiadi! Dopo i Giochi di Torino, sono finiti i soldi e piano piano tutto è peggiorato. Tra il 2008-2010 presi un allenatore privato perché mi sembrava che la FISI non facesse abbastanza e io ero al top della mia carriera, ma non andò come sperato. Dopo Vancouver è iniziata la collaborazione tra Svizzera e Italia e le cose sono migliorate. Altra Olimpiade, altra novità, per la stagione 2014-15 la FISI non investirà più nelle gobbe. Mi sembra di tornare indietro di 12 anni…E ora?? Un’idea ce l’ho…ma ne riparliamo a settembre…