1997-1999: Puro divertimento
Grazie allo sci club Airolo scoprii il freestyle. All’epoca facevo parte del gruppo “tutti i frutti”: un gruppo di giovani che condivideva la passione per lo sci senza il bisogno di gareggiare.
Un giorno lo sci club propose delle attività alternative alle classiche discipline dello sci conosciute dai più , tra cui il freestyle. Mio fratello, alcuni amici ed io ci appassionammo fin da subito a questo sport e così nacque il freestyle team Airolo. I miei primi coach furono Claudia Giudici, che era anche la mia maestra alle elementari e Luca Pianezza. Ci divertivamo sulle nevi di AiroloPesciüm e di Cioss Prato e gareggiavamo in tutto il Ticino.”Pazzia” e spensieratezza sono le parole per descrivere quegli anni.
2000-2002: Swiss Ski parte 1
Dopo due anni nello sci club Airolo e uno nella selezione regionale della Federazione di Sci della Svizzera Italiana (FSSI), nella primavera del 2000 entrai a far parte dei quadri junior di Swiss Ski.
In quel periodo la nazionale era composta da atleti provenienti da tutta la Svizzera: oltre a me c’erano altri atleti ticinesi, ma io ero l’unica atleta donna. Ed ecco che in quegli anni iniziai a gareggiare non solo a livello ticinese, ma a livello nazionale: spesso nei fine settimana si tenevano gare di gobbe, di salti e di skicross.
In poco tempo il “gioco” si stava facendo serio e dal gruppo “tutti i frutti”, che mi aveva fatto scoprire questa disciplina, approdai, in quegli stessi anni, alla Coppa Europa.
Estate 2002: Il trasferimento in Italia
Nell’estate del 2002 dovetti prendere una decisione molto importante per il mio futuro sportivo, vale a dire scegliere di andare a gareggiare per la nazionale italiana o restare in Svizzera. Restare a casa avrebbe significato per me smettere di gareggiare poiché in quel periodo l’allora direttore di Swiss Ski non era interessato ad investire in questa sport e dunque non c’erano i fondi per potersi allenare in modo regolare e professionale. Scelsi di continuare ad inseguire il mio sogno!
Nel 2002 In Italia c’era Andrea Rinaldi come coach, una squadra di coetanei che parlava la mia stessa lingua e soprattutto un piano a lungo termine in vista delle Olimpiadi di Torino 2006.
2002-2006: Gli anni delle “prime volte”
Nei primi anni in Italia ebbi diverse soddisfazioni. L’ottima struttura e i numerosi allenamenti mi permisero di crescere costantemente. Nel 2002-2003 ottenni la prima vittoria in Coppa Europa, il secondo posto nella generale moguls e dual moguls del circuito europeo e feci le miei prime gare di Coppa del Mondo. L’anno successivo entrai stabilmente nel circuito mondiale, raggiungendo anche una finale.
Nel 2005 partecipai per la prima volta ai Mondiali, ottenendo un buon 12° posto. Nel 2006 mi qualificai ai miei primi Giochi olimpici, e con grande sorpresa ottenni uno splendido 9° posto. Fino a quel momento non ero mai entrata nella top 10 in Coppa del Mondo (CdM). Nello stesso anno conquistai anche la medaglia d’argento nel dual moguls ai Mondiali junior.
Un pensiero speciale per questi bei ricordi va a Gianfranco Collinassi, il direttore sportivo che gestiva la squadra in quel periodo e che mi accolse sebbene fino a quel momento non avessi fatto grandi risultati.
2006-2008: Un infortunio e tante soddisfazioni
Finita la Scuola Cantonale di Commercio (SCC) a Bellinzona a fine giugno 2006, presi il volo per l’Australia con l’intento di imparare un po’ di inglese a Cairns, conciliando però il soggiorno con un mese di allenamento con una squadra locale. Purtroppo, però, dopo pochi giorni di sci mi lussai la spalla sinistra e rientrai anticipatamente in Svizzera.
Subii un intervento alla spalla a metà settembre e dopo tre mesi di riabilitazione tornai a sciare. Inizialmente faticai parecchio, ma ad inizio febbraio del 2007 arrivò lo splendido ed inaspettato secondo posto in CdM a La Plagne. E dopo un solo mese arrivò anche l’indimenticabile medaglia di bronzo ai Mondiali di Madonna di Campiglio in Italia.
Nelle prime gare della stagione successiva ottenni altri due secondi posti in CdM, poi purtroppo…un lungo digiuno fino al 2016.
Per quanto riguardava lo staff, Andrea Rinaldi aveva lasciato l’Italia dopo le Olimpiadi ed era stato sostituito da un altro ticinese, Mike Leoni, già nel team azzurro dal 2005.
Primavera 2008: Le Fiamme Azzurre
Grazie alla medaglia ai Mondiali riuscii ad entrare nel gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, che mi sostennero finanziariamente insieme agli sponsor .
Sono molto grata dell’aiuto ricevuto, che mi ha permesso di fare della mia più grande passione, il mio lavoro per diversi anni.
2008-2010: L’allenatore privato
Nel momento in cui ero all’apice della mia carriera, alla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) non c’erano più i fondi per allenarsi con la stessa intensità delle altre squadre. Così per prepararmi al meglio, scelsi di investire in un allenatore privato e mi affidai al finlandese Jussi-Pekka Kinnunen. Riuscii a sostenere questa spesa anche grazie al sostegno finanziario ricevuto dal “Fans Club Debby Scanzio” che fu creato in quegli anni da un gruppo di amici. Volevo continuare a crescere e il piano della squadra non mi sembrava abbastanza intenso. L’ossessione di tornare sul podio finì per bloccarmi, non riuscivo più a fare delle performance eccezionali. In tutta la mia carriera ho quasi sempre raggiunto i risultati migliori quando non me lo aspettavo. L’esperienza con Jussi non andò come sperato, fu molto impegnativo gestire tutto “da sola”, ma alla fine, anche questa esperienza, mi ha fatto crescere come persona.
Dopo le Olimpiadi di Vancouver (10° posto) terminai la collaborazione con il finlandese e finii la stagione con Mike.
2012-2013: L’infortunio al ginocchio
Nel gennaio del 2012 mi infortunai al ginocchio sinistro (rottura del legamento crociato anteriore e del menisco), mi operai subito e persi tutta la stagione. La riabilitazione andò bene, grazie anche all’ottimo intervento del Dottor Mona e approfittai del tempo a casa per rigenerarmi anche a livello mentale. Prima dell’infortunio mi sembrava di andare avanti “per inerzia”, poi invece capii che volevo davvero sciare e che mi piaceva ancora fare questo sport. Paradossalmente l’infortunio mi fece acquisire sicurezza. Quando ricominciai a sciare capii che le cose le sapevo fare anche dopo una lunga pausa. A dicembre 2012 feci però l’errore di gareggiare a Ruka sebbene non fosse previsto; volevo testare la forma, quando purtroppo una caduta mi procurò una contusione ossea e dovetti stare di nuovo ferma per qualche settimana. Rientrai per i Mondiali di Voss 2013.
2010-2014: La collaborazione con Swiss Ski
Quando Andrea Rinaldi terminò la sua avventura in Italia nel 2006 aprì una scuola di freestyle, l’European youth freestyle academy (EYFA) e si impegnò per far crescere la squadra svizzera, allo stesso tempo gestiva anche quella italiana. L’unione fa la forza e così i due team decisero di unire lo staff ed allenarsi assieme.
I primi due anni ci fu il canadese Etienne Lecours alla guida della squadra e nel 2012 arrivò il francese Fred Weiss.
In Italia eravamo rimasti solo io e Giacomo Matiz, in Svizzera si iniziavano a vedere i frutti di EYFA e di un maggior investimento da parte di Swiss Ski; diversi giovani erano entrati in nazionale.
Sportivamente, ripresa dall’infortunio al ginocchio, mi preparai al meglio per le Olimpiadi di Sochi (11°), feci una gara molto grintosa, con qualche sbavatura ma con il miglior tempo. Ero contenta di aver raggiunto il mio obiettivo: nessun rimpianto. Finii la stagione con un 4° posto nel dual finale e il 10° nella generale, ero di nuovo competitiva.
2014-2018: Il ritorno a casa
Nell’estate del 2014 la FISI decise di chiudere la squadra freestyle moguls, e così, come 12 anni prima, mi ritrovai a dover decidere se smettere o trovare una soluzione per continuare ad inseguire quello che ancora era il mio sogno. Era da tempo che pensavo ad un ritorno in Svizzera, ma non me la sentivo di lasciare l’Italia dopo che mi aveva accolta quando non ero nessuno. Alla fine fu un “win-win”, io tornai a casa e Swiss Ski riabbraccio un’atleta olimpica senza aver speso nulla per formarla. Nella prima stagione, 2014-15, fui regolarmente nelle top 10 e finii al 7° posto nella generale (sfiorando il podio in due riprese).
L’anno seguente fui meno regolare, ma arrivò la tanto attesa vittoria: 106 gare di CdM prima di poter salire sul gradino più alto del podio. Inutile dire che provai una gioia immensa.
Successivamente cambiai nuovamente allenatore, infatti dalla primavera 2016 iniziai a lavorare con Giacomo “jack” Matiz, mio compagno di squadra per 12 anni in Italia e grande amico. Scelsi di lavorare con lui per la sua grande esperienza e per la sua attitudine positiva. Iniziai la stagione con un inaspettato 4° posto, ma poi mi bloccai, riprendendomi solo a fine stagione durante i Mondiali di Sierra Nevada (6°posto nel dual e 8° posto nel singolo).
Il resto è storia recente, una preparazione estiva serena e incoraggiante seguita da un’incomprensibile stagione negativa, una sofferta qualifica Olimpica e per finire la delusione di PyeongChang. Tutto storto? No, perché avrò l’onore e la fortuna di terminare la mia lunga carriera in casa, davanti ad amici e parenti. Alla fine sarà un lieto fine!
Il lavoro presso Valbianca SA
Lasciando l’Italia lasciai ovviamente anche il gruppo sportivo, a quel punto era necessario trovare un lavoro che però mi permettesse anche di sciare. Grazie a Valbianca SA, la società che gestisce gli impianti di risalita di Airolo-Pesciüm, mi avvicinai al mondo del lavoro con un impiego al 50%, successivamente ridotto al 30%.
Ammetto che a volte è stato molto impegnativo conciliare tutto, ma questa preziosa esperienza mi ha insegnato moto e permesso di poter proiettare un nuovo scenario: verso una nuova vita professionale, dopo tutti gli anni trascorsi sulle piste da sci, la mia vita dall’11 marzo 2018 in avanti.
Sempre al mio fianco
Nella mia lunga carriera ho lavorato con diverse persone, ognuno mi ha insegnato qualcosa e ha fatto del suo meglio per aiutarmi a crescere, ci sono però delle persone speciali che sono sempre state al mio fianco: Andrea Rinaldi, Gilles Neuenschwander (preparatore fisico), Roberto Joos (preparatore mentale) e, “dietro le quinte”, Enzo Filippini. Nonostante le difficoltà e i cambiamenti, ho sempre potuto contare sul loro appoggio e sui loro consigli. È stato un piacere lavorare con loro per così tanto tempo. Grazie!
La squadra
In questi anni ho avuto tanti compagni di squadra e tanti allenatori, ma mai come nelle ultime stagioni mi sono sentita così a mio agio all’interno del team. Lascio una squadra competitiva, con uno staff competente che insieme formano un gruppo eccezionale. Oltre al già citato Jack Matiz, ringrazio di cuore Juan Domeniconi e Camilla Gendotti. Tanti auguri a Marco, Nicole e Giacomo per il loro futuro sportivo e ai giovani che gli faranno compagnia in squadra.
Last but not least
In 20 anni di carriera la lista delle persone da ringraziare è davvero lunga, un grazie speciale va alla mia famiglia ed ai miei più cari amici per aver sempre creduto in me, agli sponsor che mi hanno sostenuta in tutti questi anni e alle federazioni e comitati olimpici (Swiss Ski, FISI, FSSI, Swiss Olympic e CONI) che mi hanno permesso di vivere tutte queste esperienze indimenticabili.
Grazie di cuore a tutti!!