Domande e risposte Olimpiche…

 

Testo di: Deborah Scanzio

“Vai e goditela” oppure “Non pensare a nulla e divertiti”. Sono alcuni modi di dire che ho sentito prima di partire per Sochi. Frasi di circostanza o provenienti dal cuore per tranquillizzarti e darti appoggio, frasi che probabilmente io stessa direi in quei momenti. Al ritorno le persone mi chiedevano: “Allora? Come è andata? Com’era Sochi?” Avevo l’impressione che se non rispondevo “Bellissimo, è stato fantastico!” restavano delusi.

Mi sono accorta di essere in difficoltà di fronte a semplici e normali domande, ho così iniziato a chiedermi, in modo più profondo, quali fossero state le mie reali emozioni.

Cosa s’intende per “Ti sei divertita?” Prima, durante o dopo la gara? Ho vissuto talmente tante emozioni contrastanti, che non sapevo cosa rispondere. Credo sia così anche per gli altri atleti. Prima della gara è stato difficile godermi le Olimpiadi, anche nelle due edizioni precedenti. In realtà non so nemmeno cosa intenda la gente per “godersi”. Immagino che i Giochi siano stressanti per tutti, ma per chi pratica delle discipline “minori” lo è ancora di più. Non sei abituato a tanti riflettori. Ti dicono di non farti influenzare da chi ti guarda da casa, lo sai anche tu, ma è umano che ogni tanto la tua mente ci pensi. C’è chi ti segue da tempo, ma non ti vede mai e non vuoi fare una brutta figura in mondo visione. Se poi hai solo una gara, una sola opportunità ogni quattro anni, è difficile immaginarsi di essere sereno e tranquillo prima della competizione. Non è facile gestire lo stress e l’adrenalina in partenza a un evento così importante, ma sono proprio queste emozioni forti che ti fanno sentire viva.

Arriva il grande giorno, fai del tuo meglio, ma il risultato è discreto, in linea con la stagione, ma non buono come desideravi. Sai di averci davvero provato e quindi sei serena e senza grandi rimpianti. Alle Olimpiadi però, contano solo le medaglie e non sai cosa rispondere alla domanda: “Soddisfatta?” Sembra fuori luogo dire di sì. Soprattutto se in passato sei arrivata 9ª e 10ª. Se però si tiene conto delle attese e delle reali possibilità di salire sul podio, il grado di felicità varia da persona a persona.

Finito il grande stress, che sia andata come desideravi, oppure no, hai l’impressione di pesare diversi chili in meno. Leggi con piacere i messaggi di parenti, amici, conoscenti o sconosciuti e il lato positivo di praticare uno sport poco seguito è che per loro…sei sempre brava. Tutti ti fanno i complimenti, alcuni addirittura ti ringraziano per le emozioni trasmesse. Nel tuo piccolo, hai lasciato un segno. E così, tutti i tuoi sforzi e sacrifici per partecipare alle Olimpiadi hanno un senso più profondo.

Ripensando alle emozioni, l’entrata nello stadio olimpico durante la cerimonia di apertura è stato un momento molto intenso. Non mi sembrava vero di essere lì a sfilare assieme a tanti campioni, molti dei quali tifo e seguo come una normale fun. Mi è piaciuto anche passeggiare per il villaggio e salutare persone che non sapevo nemmeno chi fossero, ma solo perché rappresentavamo la stessa nazione, ci facevamo un cenno. Oppure incontrare in giro i “vip” come Svindal e allo stesso tempo un simpatico rappresentate della Jamaica. Questo è lo spirito olimpico, tutti assieme indipendentemente dallo sport e dalla fama.