La tempesta prima della calma!

Sono passati un paio di giorni dalla gara di Mont Tremblant che mi ha permesso di staccare il biglietto per le Olimpiadi di Pyeongchang. Dopo settimane in cui ho preferito non scrivere nulla sul sito e sui social, ora che sto meglio, ho voglia di scrivere dei momenti appena trascorsi…

Si dice che “la fortuna sia cieca, ma la sfortuna ci veda benissimo”, non si può attaccarsi solo alla sorte, ma la serie di eventi che si sono susseguiti prima della partenza per il Nord America ha dell’incredibile, ogni giorno c’era una brutta notizia…

Ero molto contenta di partire per la tournée con i miei compagni di squadra e con praticamente tutto lo staff. Per la prima volta in tanti anni, sarebbe dovuto venire anche il mio preparatore mentale, Roby Joos. Con il passare dei giorni però, il team si è ridotto sempre di più e da nove siamo partiti soltanto in cinque. Niki e Marco sono dovuti restare a casa per dei problemi fisici e a quel punto Juan (il preparatore acrobatico) non è venuto poiché con me e Sacha Theocharis (il francese che si allena con noi) c’erano i due allenatori tecnici. Infine, a poche ore dalla partenza, con grande rammarico, anche Roby ha dovuto alzare bandiera bianca. Non era la prima volta che affrontavo una tournée di gare in compagnia di poche persone, ma questa volta mi è davvero dispiaciuto, ci tenevo a passare dei bei momenti con il resto della squadra sapendo che probabilmente l’anno prossimo non sarò più con loro. Continua a leggere

Finalmente qualificata per le Olimpiadi!

Non bisognerebbe mai dare nulla per scontato e quando si soffre tanto per ottenere qualcosa, poi la gioia é davvero immensa. #allin4pyeongchang
Un grazie di ❤️ a tutte le persone che mi sono state vicine e che hanno fatto di tutto per aiutarmi a superare questo momento difficile. 

Un difficile debutto stagionale!

Dopo il debutto di Coppa del Mondo a Ruka (Finlandia) lo scorso 9 dicembre, ieri e oggi si sono svolte due gare a Thaiwoo (Cina). Purtroppo il mio debutto stagionale non é andato come mi aspettavo, in tutte e 3 le gare ho terminato a metà classifica classificandomi 24a.

Nonostante il risultato sia sempre stato lo stesso, le tre competizioni sono andate in modo diverso, a Ruka erano previste due qualifiche (formato come alle Olimpiadi e ai Mondiali) ed in entrambe le discese ho commesso dei gravi errori, una volta dopo il primo salto e una volta poco dopo. Purtroppo nei due giorni di allenamento non ero riuscita a trovare una soluzione per passare al meglio la ripresa del primo salto e in gara ho fatto lo stesso errore. Ero delusa, ma la serenità che avevo in partenza, l’aggressività che ho messo in gara e i punteggi (nonostante fossi uscita e rientrata) mi davano fiducia per le prossime gare. Il tempo era in linea con le migliori e i salti erano buoni.

A Thaiwoo ho nuovamente avuto dei problemi dopo il primo salto, giorno dopo giorno é andata meglio, ma non abbastanza per riuscire a fare una run “perfetta”. Ieri ho sporcato un po’ dopo il salto e non sono riuscita ad essere abbastanza veloce, oggi ho fatto una discesa migliore di ieri, ma purtroppo ho preso gli stessi punti. Probabilmente il fatto di essere partita per 4a non mi é stato d’aiuto…il metro di giudizio iniziale e finale della qualifica non sembrava lo stesso. Con l’ottavo punteggio in salti, il sedicesimo in tempo e una buona sciata, non mi aspettavo di terminare nuovamente 24a, purtroppo però i miei punti in tecnica erano troppo bassi.

Dopo un’estate positiva, in cui riuscivo spesso a fare ciò che mi prefissavo, é dura accettare un inizio così in salita. So di essermi preparata bene in tutti i campi: fisico, mentale, tecnico e acrobatico, ma purtroppo finora non sono riuscita a dimostrarlo in gara e quando non arrivano i risultati sperati é difficile restare sereni.

Il 2017 non è decisamente stato il mio anno, speriamo che con l’anno nuovo le cose vadano meglio. Ovviamente non capita tutto per caso, ci sono diversi fattori che influenzano un risultato, sta a me fare il massimo per migliorare quelli sotto il mio controllo! Per il resto…posso solo cercare di accettare quello che succede…

Per le Feste Natalizie sarò a casa, spero che potremo allenarci un po’ ad Airolo prima della partenza per il Nord America prevista il primo gennaio. Continua a leggere

Intervista doppia Debby VS Niki

A pochi giorni dall’inizio della stagione 2017-18, che prenderà il via sabato 9 dicembre a Ruka (Finlandia), eccovi un’intervista doppia con la mia compagna di squadra Nicole Gasparini. Tra risate e serietà scherziamo sulle nostre diversità (montagna VS città, HCAP VS HCL e ’80 VS ’90) e su alcuni aspetti del nostro sport! 

Guarda il video

La mia vita in un salto (Ticino Welcome)

Intervista di Gabriele Botti, foto ©Studio Daulte

Ha partecipato ai Giochi Olimpici di Torino 2006, Vancouver 2010 e Sochi 2014, classificandosi nona, decima e undicesima.
Nel 2006 ha conquistato una medaglia d’argento ai Mondiali Junior, un anno dopo si è confermata tra i “big”, arrivando terza ai Campionati del Mondo di Madonna di Campiglio. In Coppa del Mondo ha ottenuto quattro podi, tre secondi posti tra il 2007 e 2008 e una vittoria nel 2016. Dal 2014 è tornata a vestire i colori rossocrociati dopo aver gareggiato 12 anni per la Federazione italiana. L’abbiamo incontrata per parlare della sua passione e di lei.

Freestyle moguls, la sua specialità… Spieghi, a chi ne capisce poco come me, di che cosa si tratta…
«Si tratta di una discesa in una pista di gobbe lunga circa 200-250 metri. Durante il percorso bisogna compiere due salti diversi, il primo dopo poche gobbe e il secondo verso la fine del percorso. Una giuria attribuisce i punteggi in base alla tecnica dello sci tra le gobbe, alla qualità e difficoltà dei salti e alla velocità. È uno sport olimpico da Albertville 1992».

Ha fatto di una passione il suo lavoro, un sogno che non tutti possono vivere. Come si diventa professionisti? Qual è stato il suo personale percorso?
«Ho iniziato a praticare il freestyle moguls quando avevo 10 anni, grazie ad una giornata di prova organizzata dallo Sci Club Airolo che feci assieme a mio fratello e alcuni amici. Eravamo un gruppo di bambini a cui non interessava lo sci alpino, ma che voleva divertirsi in altri modi sulla neve. Fu amore a prima vista e così decidemmo di fondare il Freestyle Team Airolo. Dopo due anni entrai nella selezione regionale della FSSI (Federazione Sci Svizzera Italiana) e un anno dopo nella squadra nazionale junior svizzera. Senza rendermi conto passai dal gioco alle prime gare internazionali. Nell’estate del 2002, per poter proseguire la mia crescita sportiva e inseguire il mio sogno olimpico, ho preso la decisione che mi ha appunto permesso di trasformare la mia passione in lavoro: ho cambiato federazione e sono andata in Italia. È stata una scelta difficilissima, ma in quel periodo Swiss Ski non voleva investire nelle gobbe e in Italia c’era una struttura molto professionale per preparare i Giochi di Torino 2006».

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Verso le Olimpiadi fra cerotti, sogni e ambizioni (CdT)

Scanzio, Gasparini, Tadé e Papa si presentano e lanciano la stagione

GIONA CARCANO
SAVOSA C’è chi sogna le Olimpiadi, chi un risultato inaspettato, chi invece spera che gli infortuni siano alle spalle. La squadra svizzera di sci freestyle (single e duals moguls o gobbe), tutta a tinte ticinese, si è ritrovata ieri mattina alla OF Services di Savosa per lanciare la stagione. Una stagione che – si spera – porterà almeno due atleti in Corea del Sud per i giochi di Pyeongchang. La sciatrice più navigata è Deborah Scanzio, «la nonna del gruppo» come l’ha definita simpaticamente Andrea Rinaldi, l’allenatore capo. La leventinese potrebbe prendere parte alla sua quarta Olimpiade dopo Torino, Salt Lake City e Sochi. «La lunga preparazione estiva è andata benissimo – racconta Deborah –. Non ho avuto acciacchi e dunque ho potuto allenarmi con regolarità. Sì, mi sento decisamente bene». Presto la ticinese partirà per Ruka, in Finlandia, dove è in programma la prima gara di Coppa del mondo. L’obiettivo, alla sua portata, è entrare almeno una volta nelle prime sedici da qui a febbraio, in modo da ottenere la qualificazione alle Olimpiadi da parte di Swiss-Ski. «I Giochi sono qualcosa di stupendo» prosegue. «Stavolta mi piacerebbe migliorare il nono posto ottenuto a Torino nel 2006». Per farlo, Scanzio ha studiato una strategia precisa: i cosiddetti «grab», una figura che si ottiene afferrando gli sci con le mani durante il salto. «Abbiamo notato che i giudici di gara premiano con voti alti queste evoluzioni, dunque anche se non sono più giovanissima ho cercato di adattarmi – spiega Deborah –. Ne ho studiati due lavorandoci sopra parecchio prima a secco e poi in pista».

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